VNG [Capitolo 11]
[1 - x] Apresso che questa canzone fue alquanto divulgata tra le genti, con ciò fosse cosa che alcuno amico l'udisse, volontade lo mosse a pregare me che io li dovessi dire [c. 107]che è Amore, avendo forse per l'udite parole speranza di me oltre che degna.
[2 - x] Onde io, pensando che apresso di cotale tractato bello era tractare alquanto d'Amore, e pensando che l'amico era da servire, propuosi di dire parole nelle quali io tractassi d'Amore; e allora dissi questo sonetto, lo quale comincia Amore e 'l cor gentile.
[3 - x]
[c. 108]Amore e 'l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dictare pone,
e così esser l'un senza l'altro osa,
com'alma rational sanza ragione.
[4 - x]
Falli Natura quand'è amorosa,
Amor per sire e 'l cor per sua magione,
[c. 109]dentro la qual dormendo si riposa
tal volta poca e tal lunga stagione.
[5 - x]
Biltate appare in saggia donna poi,
che piace agli occhi sì, che dentro al core
nasce un disio della cosa piacente;
e tanto dura talora in costui,
che fa svegliar lo spirito d'Amore.
E simil face in donna omo valente.
[6 - x] Questo sonetto si divide in due parti. Nella prima dico di lui in quanto è in potentia; nella seconda dico di lui in quanto di potentia si riduce in acto. La seconda comincia quivi Biltate appare.
[7 - x] La prima si divide in due. Nella prima dico in che suggetto sia questa potentia; nella seconda dico come [c. 110]questo suggetto e questa potentia siano producti in essere, e come l'uno guarda l'altro come forma materia. La seconda comincia quivi Falli Natura.
[8 - x] Poscia quando dico Biltate appare, dico come questa potentia si riduce in acto; e prima come si riduce in omo, poscia come si riduce in donna, quivi E simil face in donna.
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