Beatrice
Edizione interpretativa 
 
backforward

VNG  [Capitolo 27]

[1 - x] Ricoverai la vista di questa donna in sì nuova conditione, che molte volte ne pensava sì come di persona che troppo mi piacesse, e pensava di lei così: «Questa è una donna gentile, bella, giovane e savia, ed è apparita forse per volontà [c. 209]d'Amore acciò che la mia vita si riposi». E molte volte pensava più; amorosamente, tanto che lo cuore consentia in lui, cioè nel suo ragionare. [2 - x] E quando io avea consentito ciò, e io mi ripensava sì come dalla Ragione mosso e dicea fra me medesimo: «Deh, che pensero è questo, che in così vile modo vuole consolar me, e non mi lascia quasi altro pensare?». [3 - x] Poi si rilevava un altro pensero e diceami: «Or tu se' stato in tanta tribulatione; perché non vuoli tu ritrarre te da tanta amaritudine? Tu vedi che questo è uno spiramento [c. 210]d'Amore, che ne reca li disiri d'amore dinanzi, ed è mosso da così gentil parte com'è quella degli occhi della donna che tanto pietosa ci s'àe mostrata». [4 - x] Onde io, avendo così più; volte combattuto in me medesimo, ancora ne volli dire alquante parole. E però che la battaglia de' pensieri vinceano coloro che per lei parlavano, mi parve che si convenisse di parlare a·llei, e dissi questo sonetto, lo quale comincia Gentile pensero; e dico «Gentile» in quanto ragionava di gentil donna, ché peraltro era vilissimo. [5 - x] In questo sonetto fo due parti di me, secondo [c. 211]che li miei pensieri erano divisi. L'una parte chiamo core, cioè l'appetito; l'altra chiamo anima, cioè la Ragione; e dico come l'uno dice coll'altro. E che degno sia di chiamare l'appetito cuore, e la Ragione anima, assai è manifesto a coloro a cui mi piace che ciò sia aperto. [6 - x] Vero è che nel precedente sonetto io fo la parte del cuore contra quella degli occhi, e ciò pare contrario di quello che io dico nel presente; e però dico che ivi lo cuore anche intendo per lo appetito, però che maggiore desiderio era lo mio ancora di ricordarmi della gentilissima [c. 212]donna mia, che di vedere costei, avegna che alcuno appetito n'avessi già, ma leggiero parea: onde appare che l'uno decto non è contrario all'altro. [7 - x] Questo sonetto à tre parti. Nella prima comincio a dire a questa donna come lo mio desiderio si volge tutto verso lei; nella seconda dico come l'anima, cioè la Ragione, dice al cuore, cioè all'appetito; nella terza dico com'e' le risponde. La seconda parte comincia quivi L'anima dice; la terza quivi Ei le risponde.
[8 - x]        Gentil pensero che parla di voi
sen vene a dimorar meco sovente,
e ragiona d'amor sì dolcemente,
che face consentir lo cor in lui.
[9 - x]  «Chi è costui,
che vene a consolar la nostra mente,
ed è la sua virtù; tanto possente,
ch'altro penser non lascia star con noi?»
[10 - x]        «Oi anima pensosa,
questi è uno spiritel novo d'Amore,
che reca innanzi me li suoi disiri;
e la sua vita, e tutto 'l suo valore,
[c. 214]mosse degli occhi di quella pietosa
che si turbava de' nostri martiri»



Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
CIBIT
VNRES