VNG [c. 51]
lo suo dolcissimo salutare, nello quale stava tutta la mia beatitudine.
[3] E uscendo alquanto del proposito presente, voglio dare a intendere quello che lo suo salutare in me virtuosamente operava.
[4] Dico che quando ella apparia da parte alcuna, per la speranza della mirabile salute nullo nemico mi rimanea, anzi mi giugnea una fiamma di caritade, la quale mi facea perdonare a chiunque m'avesse offeso. E chi allora
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