Beatrice
Edizione interpretativa 
 
backforward

VNO  [Capitolo 14]

[c. 1r][12] sconfortare. [13] et parlandomi così cessòe la forte fantasia entro quello punto ch'eo volea dicere o beatrice quando riscotendomi apersi li occhi e vidi ch'io era ingannato. e con tutto che io chiamasse questo nome la mia voce era sì rocta del singulto del piangere che queste donne non mi potero intendere. Et avegna che io vergognasse molto tutta via per alcuno amonimento d'amore mi rivolsi a lloro. [14] e quando mi viddero cominciaro a dire: questi pare morto. e dire tra loro: procuriamo di confortallo onde molte parole mi diceano da confortarmi. e talora mi domandavano di che io avesse avuta paura. [15] Onde io essendo alquanto riconfortato e connosciuto lo fallace ymaginare rispuosi a lloro. io vi dirò quello che io òe avuto. Allora cominciandomi dal principio infino a la fine dissi loro quello che veduto avea tacendo Lo nome di questa gentilissima. [16] onde poi sanato di questa infermitade propuosi di dire parole di questo che m'era adivenuto però che mi parea che fosse amorosa cosa da udire e però ne dissi questa cançone. Donna piatosa di novella etate ordinata sì comme manifesta la infrascripta [c. 1rb]divisione.
[17]        Donna piatosa e di novella etate
adorna assai di gentileççe humane
ch'era là uv'io chiamava spesso morte.
Vegendo li occhi miei pin' de pietate
e ascoltando le parole vane
si mosse con paura a pianger forte.
[18]  Et altre donne che si fuoro acorte
di me per quella che meco piangea
fecer lei partir via
e appressârsi per farmi sentire.
quale dicea non dormire.
e quale dicea perché sì te sconforte
allor lasciai la nova fantasia
chiamando el nome de La donna mia.
[19]        Era la voce mia sì dolorosa
e rocta sì da l'angoscia del pianto
ch'io solo intesi il nome nel mio core
Et con tucta la vista vergognosa
ch'era nel viso mio giunta cotanto
mi fece verso loro volgere amore.
[20]  Elli era tale a vedere mio colore
che facia ragionare di morte altrui
de consoliamo costui
pregava l'una l'altra humilemente
e dicean sovente
che vedesti tu che ttu non ài valore.
e quando un poco confortato fui.
io dissi donne dicerollo a voi.
[21]        Mentre pensava la mia frale vita
e vedea 'l suo durare com'è legero
piansimi amor nel core ove dimora.
Per che l'anima mia fu sì smarrita
che suspirando dicea nel pensero
ben converrà che la mia [c. 1v]donna mora.
[22]  Io presi tanto smarimento alora
ch'io chiusi li ochi vilmente gravati
e fuoron sì smagatti
li spiriti miei chi ciascun giva errando
e poscia ymaginando.
di canoscençia e di verità fora.
visi di donne m'apparver crucciate
che mi dicean pur morra'ti morra'ti.
[23]        Poi vidi cose dubitose molto
nel vano ymaginare ov'io intrai
et essar mi parea non so in quale loco.
Et vedere donne andare per via disciolte
quale lagrimando e quale traendo guai.
Che di trestia saettavan foco.
[24]  Poi mi parve vedere a poco a poco
turbare lo sole e apparere la stella.
e piangere elli et ella.
cadere l'augelli per l'aire volando.
e la terra tremare
e homo aparve scolorito e fioco
che fai non sai novella
mort'è la donna tua ch'era sì bella.
[25]        levava li ochi miei bangnati in pianti
e vedea che parean piogia di manna
li angeli che tornavan suso in cielo
Et una nuvoletta avea davanti.
dopo La quale gridavan tutti osanna.
e se altro avesser decto a voi dire'llo.
[26]  più non ti celo
vieni a vedere nostra donna che giace.
lo ymaginare fallace
mi condusse a vedere mia donna morta.
e quand'io l'avea scorta.
vedea che donne la covrian d'un velo
e avea seco una umilità verace
che parea che dicesse io sono in pace.
[27]        Io devevenia del dolore sì humile
vegendo [c. ]in lei tanta humiltà. formata
morte assai dolce te tengno
tu de' omai esser cosa gentile.
poi che tu se' ne la mia donna stata.
e dêi avere pietate e non disdegno
vedi che sì desideroso desiderio vengno.
d'esser de' toi ch'io te somiglio in fede
veni che 'l cuore ti chiede.
[28]  poi mi partia consumato omne duolo.
e quand'io era solo
dicea guardando verso l'alto regno
Beata. anima bella che tte vede
voi mi chiamaste allor vostra mercede.
[29] Questa cançone à due parti ne la prima dico parlando a indefinita persona come io fui levato d'una vana fantasia. da certe donne e come promisi loro di dicerla Nella seconda dico comme io dissi a lloro. la seconda comincia quivi mentre io pensava. [30] La prima parte si divide in due. nella prima dico quello che certe donne. e che sola dissero e fecero per la mia fantasia quanto è dinançi ch'io fossi tornato in verace condittione. Nella seconda dico quello che queste donne mi dissero poi che io lasciai questo farneticare. e comincia questa parte quivi. era la voce mia. [31] Poscia quando dico. mentre io pensava la mia dico come io dissi loro questa mia ymaginatione e intorno a ciò foe due parti. ne la prima dico per ordine questa ymaginatione. ne la seconda dicendo a che ora mi chiamaro Le


Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
CIBIT
VNRES