Beatrice
Edizione interpretativa 
 
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VNO  [Capitolo 20]


[12] 


[c. 4r]chi vede nel pensiero alcuna volta
quale ella fue e com'ella n'è tolta
[13]        Dànnomi angoscia li sospiri forte
quando 'l pensero ne la mente grave
mi recha quella che m'à 'l core diviso.
Et spesse fiate pensando a la morte
venemine un disio tanto soave
che mi tramuta lo colore nel viso.
[14]  Et quando 'l 'maginare mi ven ben fiso.
giungemi tanta pena d'ogni parte
ch'io me rischuoto per dolore ch'io sento.
e sì fatto divento
che da le genti vergogna mi parte
poscia piangendo solo nel mio lamento
chiamo beatrice. e dico or se' ttu morta
e mentre ch'io la chiamo mi conforta
[15]        Pianger di dollia e sospirar d'angoscia
mi stringe lo cuore ovunque sol mi trovo
sì ché ne 'ncrescerebbe a chi m'audisse
e qual è stata la mia vita poscia.
che la mia donna andò nel secolo novo
lingua no è che dicer lo sapesse
[16]  Et però donne mie pur ch'io volesse
non vi saprei dire ben quello ch'io sono
sì mi fa travagliare l'acerba vita
la quale è 
che omni homo par che mi dica io t'abandono.
vegendo la mia labbia tramortita
Ma qual ch'io sia la mia donna 'l si vide.
e io ne spero ancora da llei merçede.
[17]        Piatosa mia cançone or va piangendo.
e retrova le donne et le donçelle.
a cui le tue sorelle
erano usate [c. ]di portare letitia.
e ttu che se' figliuola di tristitia
vatin disconsolata a star con elle.



Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
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