Beatrice
Edizione semi diplomatica 
 
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VNG  [c. 44]

in gaia gioventute | distructa ài l'amorosa leggiadria. | Più; non vo' discovrir qual donna sia | che per le propietà sue conosciute. | [11]  Chi non merta salute | non speri mai d'aver sua compagnia. | [12] Questo sonetto si divide in quatro parti. Nella prima parte chiamo la Morte per certi suoi nomi proprii; nella seconda, parlando a·llei, dico la cagione per che io mi muovo a blasmarla; nella terza la vitupero; nella quarta mi volgo a parlare a indiffinita persona, avegna che quanto al mio intendimento sia diffinita. La seconda comincia quivi Poi ch'ài data; la terza quivi E s'io di gratia; la quarta quivi Chi non merta salute. [Capitolo 4]  [1] 




Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
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