VNG [c. 44]
in gaia gioventute |
distructa ài l'amorosa leggiadria. |
Più; non vo' discovrir qual donna sia |
che per le propietà sue conosciute. |
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Chi non merta salute |
non speri mai d'aver sua compagnia. |
[12] Questo sonetto si divide in quatro parti. Nella prima parte chiamo la Morte per certi suoi nomi proprii; nella seconda, parlando a·llei, dico la cagione per che io mi muovo a blasmarla; nella terza la vitupero; nella quarta mi volgo a parlare a indiffinita persona, avegna che quanto al mio intendimento sia diffinita. La seconda comincia quivi Poi ch'ài data; la terza quivi E s'io di gratia; la quarta quivi Chi non merta salute.
[Capitolo 4]
[1]
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