VNT [Capitolo 7]
[1] apresso la bataglia di diversi pensieri avenne che questa gentillissima venne in parte dove molte gentilli donne erano raunate. A la qual parte io fui condotto per amicha persona credendo fare a me grande piacere in quanto mi menava là ove tante done mostravano le loro belleze.
[2] Ond'io quasi non sapiendo a ch'io fosse menato affidandomi ne la persona la quale un suo amicho a le stremità de la vita condotto avea. disse a luy perché siamo noy. venuti a queste donne. Allora que' mi rispose per fare sì ch'elle sianno degniamente servite.
[3] E 'l vero è che raunate quivi erano a la compagnia d'una gentile donna che disposata era il giorno. E però se l'usanza de la sopraditta citade convenia che la facessono compagnia nel primo sedere a la mensa che facea nella magione del suo novelo sposo Sì che yo credendomi far piacer di questo amicho proposui di stare al servisio delle donne ne la sua compagnia.
[4] E nel fine del mio proponimento [c. 7r]parvime sentire uno mirabille tremore incominciare nel mio petto/ da la senestra parte e distendersi subitto per tute le parti del mio corpo. Allora dicho che yo pogiay la mia persona simulatamente a una pintura la qual circondava la mia magione/ E temendo che altri non si fosse acorto del mio tremare. levay gli ochi e mirando le donne Vidi tra loro la gentilissima beatrice
[5] Alora furono sì distruti li mei spiriti per la forza che amor prese. vedendossi in tanta propinquitade a la gentillissima donna/ che no ne romase in vita se no li spiriti del viso. E ancora questi rimasono fora de li lor sentimenti però che amore volea stare ne loro nobillissimo luogo per videre la mirabille donna.
[6] E avegnia ch'io fossi altro cha prima molto mi dolea di questi spiritelli che si lamentavano forte e diceano: se questi non infolgorasse così fuori del nostro luogo/ noy potremmo stare a vider la maravilia di questa donna. Cossì come stano gli altri nostri pari
[7] Io dicho che molte di queste donne acorgendossi de la mia trasfiguratione. Si cominciaro a maraviliare. E ragionando si gabavano di me cum questa gentillissima/ Onde di ciò acorgendossy. l'amico mio di bona fede mi prese per la mano e traendomi fuora de la veduta di queste donne sì mi domandò ch'io avessi.
[8] Alora yo ripossato alquanto/ e ressuressiti li morti spiriti mei e lli discaciati rivenuti alle loro possesioni dissi a questo mio Amico queste parole yo tenni li piedi in quella parte di la vita di là da la qualle non si più per Intendimento di ritornare.
[9] E partitomi da luy mi ritornai la camera de le lagrime/ ne la quale piangendo e vergognandomi/ fra me medesimo dicea se questa donna sapesse la mia conditione. Yo non credo che cossì gabasse la mia persona Anzi credo che molta pietà la n'avrebe.
[10] E in questo pianto stando così proposui di dire parole ne li quali parlando a ley signifycasse la cagione del mio trasfiguramento e dicesse che io so bene. ch'ela non è saputa e che se fosse saputa io credo di pietà ne giungerebe altruy e proposui di dire disiderando che venissero per aventura nella sua audientia e alora dissi questo sonetto il quale comintia così
§Sonetto
[11]
COn l'altre done mia vista gabbate
E non pensate donne unde si mova
Ch'io vi rasembri cossì figura nova
Quando riguardo la vostra beltate
[c. 7v][12]
Se llo savesse non poria pietate
Tener più contra me l'usata prova
Ché amor quando sì presso a voy mi trova
Prende baldanza e tanta sicurtate
§Che fiere tra i mei spiriti paurosi
E qualle ancide e qual pinge di fore
Sì che solo rimane a vider voy
§Ond'io mi changio in figura d'altruy
Ma non sì ch'io non senta bene allora
Li guay de li scacciati tormentosi
[13] QUesto sonetto non divido in parti. però che la divisione non si fa se non per aprire la sentencia de la cosa divisa/ Onde con zò sia cosa che per la sua ragionata cagione assay sia manifesto. E però non à mestiere di divisione.
[14] Vero è che tra le parole dove se manifesta la cagione di questo sonetto si scriveno dubiose parole. cioè quando dicho che amore uccide tuti li mei spiriti. E lli visivi rimangono in vita salvo che fuori de li strumenti loro. e questo dubio è inpossibille a solvere a chi non fosse in simille grado fidelle d'amore. E da coloro che vvj sono è manifesto ciò che solverebe le dubitose parole. E però non è bene a me di dichiarare cotale dubitatione. Acciò che 'l mio parlare dichiarando sarebe indarno overo di soperchio.
|