Beatrice
Edizione semi diplomatica 
 
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VNT  [c. 18v]

[17]  PIetosa mia cancione or ua piangendo. |
E-ritroua le donne e-lle donzelle. |
A-chui le tue
sorelle. | erano usate di portar leticia. | E tu che sey figliola di tristicia. |
Vatene disconsolata a-star cum elle |
[Capitolo 21]  [1] POy che ditta fue questa cancione. Si uenne a-me uno lo-quale secundo li-gradi
de l-amistade e amico. A-me inmediante doppo lo primo. E questo fue tanto discreto
di sanguinitade cum questa gloriosa/ Che nullo piu presso l-era. [2] E poy che fu
mecho a-ragionare mi prego ch-io lo-douessi dire alchuna cosa per una donna
che s-era morta/ e simulaua le sue parole. Acio che paresse che dicesse d-una
altra/ la-quale era morta certamente. Onde yo acorgendomi che questo dicea sola-
mente per questa benedetta si-li-dissi di fare cio che mi domandaua lo suo priego. [3] Onde
poy pensando a-ccio proposui di fare uno sonetto nel qual mi lamentassi al
quanto. E di-darlo a-questo mio amicho. Accio che parisse che per luy l-auesse
fatto/ E-dissi alora questo sonetto. Veniti a-tendere li sospiri mei/ [4] lo quale ha
due parti. Nella prima chiamo li-fideli d-amore che m-intendano. Ne-la seconda
naro della mia misera conditione/ la seconda comincia quiui/ li-quali disconsolati

[5]  VEnite a-intendere li sospiri mey |
Oy churori gentili che pieta el disia |
li-quali disconsolati uanno uia |
E se non fossero di-dolor morey |
Pero che gli occhi mi sarebon rey |
Molte fiate piu ch-io non uoria |
lasso di pianger si la donna mia |
Che sfogasser lo-core piangendo ley |
[6]  §Voy udirete loro chiamar souente |
la-mia donna gentile che se-n-e gita |
Al secol degnio de la sua uirtute |
§E dispregiare tal hora questa uita |
In-persona de l-anima dolente |
Habandonata de la sua salute |
[Capitolo 22]  [1] POy che ditto ebbi questo sonetto pensandomi che questo era a-cui lo-ntendea
dare quasi come per luy fatto/ uidi che pouero mi parea lo seruisio e nudo a-cossi
discreta persona di questa gloriosa. [2] E pero anci che li-dessi questo sopraditto
sonetto/ si dissi due stancie d-una cancione l-una per costuy ueracemente/ E-l-altra
per me/ Auegnia che l-una e l-altra para per una persona ditta. A-chi non
guardasse sotilmente Ma a-chi >guarda< sotilmente la-mira uede bene che diverse




Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
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