Beatrice
Edizione semi diplomatica 
 
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VNT  [c. 5r]

solamente amore/ cum uiso uestito d-umilita. [5] E quando ella fosse alquanto propinqua
al salutare uno spirito d-amore distrugendo tuti gli-altri spiriti sensitiui. piangea
fori li deboleti spiriti del uiso. E dicea loro andate e honorate la dona uostra
et e-si romanea nel luogo loro/ e chi auesse uoluto conosciere amore fare lo potea
mirando lo tremare de gli ochi mei. [6] E-quando questa gentilissima salute salutaua/
non che amore fosse tal mezo che potesse obonbrare a-me la-intolerabile beatitudine/
Ma ella quasi per souerchio di dolceza divenia tale che-l mio corpo/ lo-qualle era tutto
alora sotto il suo regimento/ molte uolte si mouea come cosa graue innanimata
[7] si che apare manifestamente che nelle sue salute habitaua la mia beatitudine/ la
quale molte uolte passaua e redundaua la mia capacitate. [8] Ora tornando al
proposito dicho. che poy che-la mia beatitudine mi fu negata mi giunse tanto
dolore che partito me da-le genti in-solinga parte anday/ a-bagniare la-tera d-amarissime
lagrime/ [9] e poy che alquanto mi fue solenato/ questo lagrimare misi^mi^ nella mia
camera la ou-io potea lamentarmi sanza essere udito/ E quiui chiamando misericordia
a-la-donna de la cortesia/ E dicendo amore aiuta il tuo fidelle. M-adormentay
come un pargoletto/ batuto lacrimando/ [10] Auenne quasi nel mezo del mio
dormire che mi parue uidere ne-la mia camera lungo-me sedere uno gioane
uestito. di bianchissima uestimenta. E pensando molto quanto a-la uista soa
mi riguardaua/ la dou-io giacea E quando m-auea guardato alquanto/ pareami
che sospirando mi chiamasse e diceami queste parole. Filij mi tempus est
ut preter muntantur simulacra nostra/ Cioe a-dire filiolo mio elgli-e tempo
d-abandonare l-idoli nostri/ [11] Alora mi parea ch-i-l conossiessi/ pero che mi chiamaua
cosi come asay fiate ne-li mei soni m-auea gia chiamatto. e riguardandollo parea
che piangesse/ pietosamente. e parea che mi atendesse da-me alchuna parola/
Ond-io asicurandomi cominciay a-parlare cossi cum esso. Signore de-la nobilitade
e per che piangi tu/ e-quello mi dicea queste parolle Ego tanquam [lacuna] circuli
cui simili modo se habent circumferentie partes tu autem non se/ Cioe
a-dire/ I-sono ni piu ni meno come nel mezo del cierchio che similiante
mente le parti si coniungono inseme e tu non se cosi/ [12] Alora pensando a-le sue
parole mi parea che m-auesse parlato molto oscuramente/ si-ch-io mi-sforzaua
di parlare e diceagli queste parole/ Che-e cio signiore che mi parli cum




Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
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