VNC [c. 52r]
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T>h<^ A^anto gientile e ttanta onesta pare . |
la donna mia q(ua)n d-ella altruj saluta . |
Ch-ongnj linghua divien tre mando muta . |
E-gli occhi no ll-ardischan di ghuatare |
[6]
ella sen ua sentendosi laudare . |
beningniamente d-umilta ue stuta . |
E-ppar che-ssia una chosa uenuta . |
di cielo in terra a mira chol mostrare . |
[7]
Mostrasi si-ppiaciente a-cchi lla mira |
Che da-pre gli-ochi una dolciezza al-chore |
Che-ntender no lla-puo chi no lla pruoua . |
E-ppar che dalla sua labbia si mo ua . |
u spirito soaue pien d-amore . |
Che ua diciendo ^ ^ a^ l-anima sospira . |
[8] Questo sonetto e ssi ppiano ad-intendere . per quello ch-e nnarato dinanzi che-no(n)n a bisongnio d-alchuna divisione et pero la sciando luj dicho che questa mia donna uenne in-tana grazia. che-non-so lamente ella era onorata e-llaudata . ma-per lej erano onorate e-llaudate molte .
[9] onde io ueggendo cio e uolendo mani festare a-chi cio non-uedeua propuosi anche di-dire parole quali cio fosse singnifichato . e dissi allora questo altro sonetto . che-cchomincia . Vede perfettamente . lo qua le narra di-lej chome la-sua uirtude adoperaua nell-a ltre si cchome apparue nella sua divisione .
[10]
VEde perfettamente ongnie salute . |
Chi lla mia donna tra-lle donne uede . |
E quelle che uan cho llej son-te nute . |
di bella grazia a-ddio render merzede . |
[11]
E sua pietate e di tanta uirtute . |
che-nulla inuidia all-altre ne-prociede . |
anzi le-fae andar secho uestute . |
di genti lezza d-amore e di-fede . |
[12]
la uista sua fa ongni chosa umile . |
E-non fa sola se parer piaciente . |
Ma-cciaschuna per lej ricieue onore . |
[13]
Ed-e negli attj suoj tanto gientile . |
Che nesun la si-puo rechare a-mente . |
Che-non-sospirj in dolciezza d-amore . |
[14] Questo sonetto a tre partj . nella prima dicho tra cche gientj questa donna >e<->pp<^ p^iu mirabile . Nella seconda di cho si cchome era graziosa sua chonpangnia . Nella terza dicho di quelle chose che uertudiosamente operaua i(n)n
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