Beatrice
Edizione semi diplomatica 
 
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VNV  [c. 10]

gientillissima donna che no-ne rimasero in uita piu che-li spiriti del uiso. E-ancora questi rimasero fuori de-li-loro in strumenti. Pero che amore uolea stare nel-loro nobellissimo luogo per uedere la mirabelle donna. [6] E-auegna che io fossi altro che prima molto mi dolea de questi spiritelli che-ssi lamentauano forte e-diceano se questi non ci in folgorasse cossi fuori de-lo nostro luogo/ nuy potremo stare a uedere la-marauigla di questa dona cossi come stanno l-altri nostri pare. [7] Io dico che molte di queste donne acorgendossi de-la-mia transfiguratione si cominciaro a-marauiglare e-ragionando si gabauano di-me con questa gientillissima/ onde lo in ganato amico di-buona fede mi prese per la-mano e traendomi de-la-ueduta di queste donne mi domandoe che io auesse. [8] Alora io riposato alquanto e-rexuressiti li spiriti miei morti/ e-li-descaciati riuenuti a-le-loro posessioni/ dissi a-questo mio amico queste parole. Io tenni li-piedi in quella parte de-la-uita di-la da-la-quale non si puo ire piu per entendimento di-ritornare [9] E partitome da-luy mi ritornai ne-la camera de-le lagreme. Ne-la-quale piangiendo e-uergognandomi fra-me stesso dicea se questa donna sapesse la-mia conditione/ Io non credo che cossi gabasse la-mia persona anci credo che molta pietade le-ne uerebbe. [10] E in questo pianto stando proposi di dire parole ne-le quali parlando a-lei significasse la-cagione del-mio trasfiguramento e-dicesse che io so bene ch-ela no-e saputa. E-che-se fosse saputa. io credo che pieta ne-giugnerebbe altrui. E propuosile de dire disiderando che uenissero per auentura nella soa audiença. Et alora dissi questo sonetto lo quale comincia.

[11]  Con-altre donne mia uista gabate/ | e-non pensate donna onde si-moua. |
Ch-io ue rescenbri si figura noua/ | quand-io risguardo la-uostra beltate |
[12]  Se-lo saueste non poria pietate/ | tener piu contra-me l-usata proua. |
Che amor quando si presso a-uoy mi troua/ | prende baldança e-tanta securtate. | Che fere tra--mi spiriti paurosi/ | e quale ancide e quale pinge di-fuore | si-che solo rimango a-ueder uoy. |
Ond-io mi cangio in figura d-altrui/ | ma non si ch-io non senta bene allore/ | li guai de-li scaciati tormentosi. |
[13] Questo sonetto non divido in parte/ pero che-la divisione non si fa se-non per aprire la sentencia de-la cosa divisa. Onde con cio sia cosa che per la-soa ragionata cagione asai sia manifesto non a mestiere di divisione. [14] Vero e che intra le parole oue si manifesta la-cagione di questo sonetto si scriuono dubiose parole. Cioe quando dico che amore ocide tutti li miei spiriti/ e-li-uisiui rimangono in uita saluo che fuori de-li strumenti loro/ e-questo^ e i(n) posibele a-soluere/ ^in-questo dubio^ chi non fosse in simile grado fedele d-amore/ Et a-ccolloro che-uui sono e-mani




Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
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