Beatrice
Edizione semi diplomatica 
 
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VNV  [c. 24]

retorico e conceduto a-li poete. conceduto e a-li rimatori. [8] Donque se noi uedemo che li poete anno parlato a-le-cose in animate. si-come auessero senso o-ragione/ e-fatele parlare in sieme/ e-non solamente cose uere/ ma cose non uere/ cioe che detto anno di-cose le quale non sono che parlano. E detto che molti accidenti parlano si come se fossero sustancie e huomeni. degno e lo-dicitore per rima di fare lo-somigliante/ Ma non sença ragione alcuna/ ma con ragione la-quale poscia sia possibele d-aprire per prosa. [9] Che li poete abiano cosi parlato come decto e. Apare per Virgilio/ lo-quale dice che Iuno/ cioe Vna dea nemica de-li-troiani/ parlo ad-eo lo segnore de-li uenti. quiui nel primo de-lo eneida Eole na(m)que tibi. E questo segnore lei respuose quiui. Tuus o regina quid opteS explorare labor michi iusa capescere/ faS est Per questo medesim[lacuna meccanica] poeta parla la-cosa che non-e animata a-le cose animate. Nel secondo dello Eneida quiui. Dardanide duri. per lucano parla la cosa animata a la cosa in animata quiui. Multum roma tamen debeS cuilibet armiS. Per oratio parla l-omo a-la soa sciencia medesima/ si come ad-altra persona. E non solamente senno parole d-oracio ma dicele quasi recitando lo nomo del buono homero/ quiui nella soa poetria. Dic michi musa Virum. Per Ouidio parla amore si-come se fosse persona humana. Nel principio del libro c-a nome libro de remedio d-amorequiui. Bella michi uideo/ bella parantur ait. E per questo puote essere manifesto a-chi dubita in alcuna parte di-questo mio libello. [10] E a-cio che non-ne pigli alcuna baldança persona grossa. Dico che ne li poete parlauano >s< cosi sença ragione. Ne quelli che rimano deono parlare cossi non auendo alcuno ragionamento in loro di quello che dicono/ Pero che grande Vergogna sarebbe a-colui che co(m)pone cose sotto uesta di figura o-de collore rithorico/ e-poscia domandato non sapesse denudare le soe parole da cotale uesta in guisa che auessero uerace in tindimento. E questo mio primo amico e-io ne sapemo bene di quelli che cossi rimano stolta mente. [Capitolo 17]  [1] Questa gientillissima donna di-cui ragionato e ne-le precedente parole. Venne in tanta gracia de-le genti che quando passaua per uia/ le persone coreuano per ueder lei. Onde mirabelle leticia me-ne uegnia al-core/ e-quand-ella fosse presso ad-alcuno/ tanta honestade giugnea nel cuore di quello che non ardia di-leuare li-ochi ne de respondere a-lo suo saluto. E di questo molti si come experti mi potrebbero testimoniare a-chi no-lo credesse. [2] Ella coronata e-uestita d-umelta s-andaua. nulla gloria mostrando di-cio ch-ela uedea et udia. Diceano molti poi che passata era




Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
CIBIT