Beatrice
Edizione semi diplomatica 
 
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VNK  [c. 20r]

Dico anche di-lui che-ridea e-anche che-parlaua le-quali cose paiono essere proprie
de-l-huomo/ e-speçialmente essere risibile. e-pero appare ch-io ponga lui essere huomo.
[3] A-cotale cosa dichiarare secondo che-e buono a-presente/ prima e da-intendere che
anticamente non erano dicitori d-amore in-lingua uolgare. Ançi erano dicitori
d-amore certi poeti in-lingua latina/ tra-nnoi dicho/ auegna forse che-tra altra gente
adivenisse/ e adivengna ancora/ si-come in-grecia/ non uolgari ma litterati
poete queste cose tractauano. [4] E-non-e molto numero d-anni passati che-appariro
no prima questi poete uolgari. Che-dire per-rima in-uolgare tanto e quanto dire
per-uersi in-latino/ secondo alcuna proporçione e sengno che-sia picciolo tempo e
che se uolendo cercare in-lingua d-ocho/ e-in-quella di si/ noi non-trouiamo chose
decte ançi lo-presente tempo per-cento e-cinquanta anni/ [5] e-la-chagione per-che alquan
ti grossi ebbero fama di-sapere dire/ e-che quasi fuoro li-primi che-dissero in-lingua
di si. [6] E-l-primo che-comincio a-dire si-come poeta uolgare si-mosse. pero che-uolle fare
intendere le-sue parole a-donna a-la-quale era malageuole d-intendere li-uersi la
tini. e-questo e contra coloro che-rimano sopr-altra matera che amorosa/ con-cio
sia cosa che-cotale modo di-parlare fosse dal-principio trouato per-dire d-amore.
[7] Onde con-cio sia cosa che-a-li-poeti sia conceduto maggiore licentia di-parlare
che-a-li-prosaici dittatori. e-questi dicitori per-rima non-siano altro che-poete uol
ghari. dengno e/ e-ragioneuole che-a-lloro sia maggiore licençia largita di
parlare che-a-gl-altri parlatori uolgari. Onde se alcuna figura o-cholore recto
richo e conceduto a-li-poete/ concieduto e a-li-rimatori. [8] Dunque se-noi uedemo
che-li-poeti anno parlato a-le-cose inanimate/ si-come se-auessero senso o-ragione
e-fattele parlare insieme e non-solamente cose uere/ ma cose non uere/ cioe che
decto anno di-cose le-quali non-sono che-parlano/ e-decto che-molti accidenti parla
no/ si-come se-fossero sustançie ed-uomini. Dengno e-l dicitore per-rima di-fare
lo-somilliante/ ma non-sança ragione alcuna/ ma-con-ragione la-quale poi sia
possibile ad-aprire per prosa. [9] che-li-poeti abbiano cosi parlato come decto/ e
Appare per-uergilio/ lo-qual dice che giuno cioe una dea nemicha de-li-troiani
parloe ad-eolo sengnore delli-uenti. quiui nel-primo de-lo eneida. Eole-namque tibi.
[nel margine destro] Ora eolo.
Et che-questo sengnore le-rispuose quiui. Tuus o-regina quit-ottes explorare
labor/ michi iussa chapessere fas est/ [nel margine destro] O-reina che-pensi la-tua
fatica e di-piangere
che-cose di-comandamenti
mi-si-conuiene a-piglare.
Per-questo medesimo poeta parla la-cosa
che-non-e animata a-le-cose animate. Nel-secondo dello eneyda quiui. dardanie




Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
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