VNK [c. 10v]
mi-pensaua duramente/
[2] E-per-questa cagione cioe di-questa souerchieuole boce che parea che-m-infamasse uiçiosamente quella gentilissima la-qual fu distruggito re di-tutt-i uiçi e-reina de-le-uertudi/ passando per-alcuna parte mi-negho lo-suo dolcissimo salutare nel-quale staua tutta la-mia beatitudine
[3] ed-uscendo alquan to del-proposito presente uolglio dare a-ntendere quello che-l-suo salutare in-me uertudiosamente operaua/
[4] Dicho che-quand-ella apparia da alcuna parte per la-sperança de-la-mirabile salute/ neun nemicho mi-rimanea/ ançi mi-giugnea una fiamma di-caritade/ la-quale mi facea perdonare a-chiunque m-auesse offeso. Et chi allora m-auesse domandato di-cosa alcuna. la-mia risponsione sarebbe stata solamente amore con-uiso uestito d-umilta/
[5] e-quand-ella fosse alquanto pro pinqua al-salutare uno spirito d-amore distruggiendo tutti gli-altri spiriti sen sitiui pingea fori li-deboletti spiriti del-uiso/ e dicea loro andate a-honorare la donna uostra/ ed-e-si rimanea nel-luogo loro/ e-chi-auesse uoluto conoscere amore fare lo-potea mirando lo-tremare degli-occhi miei.
[6] E-quando questa gentilissima salute salutaua non-che amore fosse tal-meçço che-potesse obumbrare a-me la-in tollerabile beatitudine/ ma elli quasi per-souerchio di-dolceçça divenia tale che-l-mio corpo lo-quale era tutto allora sotto-l suo reggimento/ molte uolte si mouea come cosa graue inanimata/
[7] si-che appare manifestamente che-ne-le-sue salute habitaua la-mia beatitudine la-quale molte uolte passaua e-rredunda ua la-mia capacitate.
[8] ora tornando al-proposito dico che-poi che-la-mia beatitu dine mi-fu negata mi-giunse tanto dolore che-partito me da-le-genti in-solingha parte andai a-bangnare la-terra d-amarissime lagrime.
[9] e-poi che-alquanto mi-fue sollenato questo lagrimare misimi nella-mia chamera la-ou-io potea lamentarmi sança essere udito. e-quiui chiamando misericordia a-la-donna de-la-cortesia e-dicendo amore aiuta il-tuo fedele m-adormentai come un-pargho letto battuto lagrimando.
[10] Auenne quasi nel-meço del-mio dormire che-mmi parue uedere nella-mia chamera lungo me sedere un giouane uestito di-bian chissime uestimenta. e-pensando molto quanto a-la-uista sua mi-riguardaua la-dou-io giacea e-quando m-auea guardato alquanto/ pareami che-sospiran do mi-chiamasse/ e-diceami queste parole. Fili-mi tempus est ut preter mictan tur simulacra nostra. [nel margine sinistro] Figluolo mio egl-e tempo d-abandonare l-idoli nostri.
[11] Allora mi-parea ch-io il-conoscesse pero che-mi chiamaua chosi come assai fiate nelli-miei sonni m-auea gia chiamato e-raguardandolo
|