VNM [c. 45v]
[c. 45va] Et non e molto numero d-anni pas sati che-appariro prima questi poete uolgari. che dire per-rima in-uolgare tanto e-quanto dire per-uersi in latino. secondo alcuna proportione et segno che sia picciolo tempo e-che se-uolemo cerchare in lingua d-oco. et-in quella di-ssi noi non trouiamo cose dette anzi lo-presente tempo. per c. et-l. anni
[5] et la-cagione perche alquanti grossi ebbe(ro) fama di sapere dire (et)-che qua si fuoro li primi che dissero in-lingua di-si.
[6] Et lo primo che-comincio a dire si-come poeta uolgare si-mosse pero che uolle fare intende(re) le-sue parole. a-donna a-la-quale era malageuole d-intende(re) li-uersi latini. et questo e-con coloro che-rimano sopra altra matera che amorosa. Con cio-sia cosa che co tale modo de-parlare fosse dal-principi o trouato per-dire d-amore.
[7] Onde con-cio sia-cosa che a-li poete sia conceduta magiore licentia di parlare che a-li prosaici dictatori. et-questi dicitori per rima non siano altro che-poete uol gari degno et-ragioneuole e che a-loro sia magiore licentia largita di par lare che a-li-altri parladori uolgari. on^^ de^ se-alcuna figura o-colore ritorico e-conceduto a-li poeti conceduto e a-li-rimatori.
[8] Donque se-noi uedemo che li-poete anno parlato-a-le-cose ina nimate si come se-auessero senso et ragione et fattele parlare insieme et-non-solamente cose uere ma cose non uere cio che detto anno di cose le-quali non sono/ che parlano. et-detto che molti accidenti parlano si-come se fossero sustantie et huomini. degno e lo-dicitore per-rima di-fare lo-similian te non sanza ragione alcuna. ma con ragione la-quale poscia sea possibi le d-aprire per-prosa.
[9] Che li-poete abiano
[c. 45vb] cosi parlato come decto e-appare per uirgilio lo-quale dice-che uno cioe ** ma-dea nemica de-li-troiani parlo ad-eo lo segnore de-li-uenti. quiui nel primo de-lo eneida eole-nanque tibi. et-questo segnore le-rispuose quiui. tuus o-regi na quid optes explorare labor michi iussa capescere fas est. Per questo medesi mo poeta parla la-cosa che-non-e anima ta a le-cose animate. nel secondo de lo eneida quiui. dardanide duri. per lucano parla la cosa animata a-la cosa inanimata quiui. Multum roma tamen debes ciulibus armis. Per horatio parla l-uomo a-la-sua scientia medesima si-come ad-altra persona. et non solamente sono parole d-ora tio. ma dicele quasi ricetando lo modo del-buono homero. quiui ne la sua poetria. Dic michi musa uirum. Pero ouidio parla amore si-come se fosse persona humana ne-lo principio de-lo libro di-rimedio d-amorequiui. Bella michi uideo bella parantur ait. et per questo puote essere manifesto a-chi dubita in-alcuna parte di-questo mio libello.
[10] Et accio che-no-ne pigli alcuna baldanza persona grossa dico che li poete parlauano cusi-non-sanza ragione. ne-quelli che rimano deono parlare cosi non-auendo alcuno ra gionamento in-loro di-quello che di cono. pero che grande uergongna sa rebbe a-colui che-rimasse cose sotto uesta di-figura o-di colore recthorico et posscia domandato non sapesse de nudare le-sue parole da-cotale ue sta in guisa che-auessero uerace in tendimento. et questo mio primo a mico et-io-ne-sapemo bene-di-quelli che-cosi rimano stoltamente.
[Capitolo 17]
[1] Questa gintilissima donna di cui ragionato e ne-le-precedenti pa
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