VNM [c. 46r]
[c. 46ra]role uenne in-tanta gratia de-le-genti che-quando passaua per-uia le-persone cor reuano per-uede(re) lei onde mirabile leti tia me-ne giungnea nel-cuore [lacuna] di-quello che non ardia di-leuare li-occhi ne di risponde(re) a-lo-suo saluto. Et di-questo ** molti si-come experti mi-potreboro te stimoniare a-chi no-lo credesse.
[2] ella coronata et-uestita d-umilita s-andaua nulla gloria mostrando di-cio ch-ella uedea et-udia. Diceano molti poi che passata era questa non e femina anzi. e-de-belissimj angeli del-cielo. Et altri diceano questa e-una marauiglia che benedecto sia lo-segnore che si mira bilemente sa-operare.
[3] Io dico che ella si-mostraua si-gentile et-si-piena di tu cti li-pieceri che-quelli che-la-mirauano comprendeano in-loro una dolceçça honesta et soaue tanto che ridire no-lo sapeano. ne alcuno era lo-quale potesse mirare-lei che nel principio nol conue nisse sospirare.
[4] queste et-piu mirabile cose da-lei procedeano uirtuosamente. Onde io pensando a-ccio uolendo ri pilliare lo-stilo de-la sua loda propuosi di-dice(re) parole ne-le-quali dessi ad-inten de(re) de-le-sue mirabile et-excellenti opera tioni. accio che non pur a-coloro che-la poteano sensibilimente uede(re) ma li-al tri sappaiano di-lei quello che-le-parole ne-possono fare intendere. Allora. dissi questo sonetto. Tanto gen tile et tanto.
[5]
TAnto gentile e-tanto honesta pare/ |
la donna mia quand-ell-altrui saluta. |
C-ogne lingua deuen tremando muta/ |
e-li-occhi no l-ardiscon di-guardare. |
[6]
Et la si-ua sentendosi laudare/ |
begnignamente d-umilta uestuta. |
Et pare che-sia una cosa uenuta/ |
dal-cielo in-terra miracol mostrare. |
[7]
Mostrasi si-piacente a-chi la-mira |
[c. 46rb] che da-per li-occhi una dolceçç-al-core |
che-ntender no-la-po chi-no-la-proua. |
Et pare che de-le sua labia si-moua/ |
un spirito soaue pin-d-amore/ |
che-ua dicendo a-l-anima suspira. |
[8] §Questo sonecto e-si piano a-intende(re) per-quello che narrato e-dinanzi che-non abisogna d-alcuna divisione. et pero la sciando lui dico che-questa mia donna uenne in-tanta gratia che non solamente ella era ornata et-laudata ma per-lei erano honorate et-laudate molte.
[9] Onde io uegen do cio et-uolendo manifestare a-chi cio non uedea propuosi anche de-dir parole ne-le-quali cio fosse significato et dissi alora. questo altro sonecto che comin cia. Vede perfectamente lo-quale narra di lei come la sua uirtu adoperaua ne-l-altre si-come appare nella sua di visione.
[10]
VEde perfectamente ogne-salute |
chi la-mia donna tra-le-donne uede. |
Quelle che uanno co-llei son tenute |
di bella gratia a-dio render merçede. |
[11]
Et sua beltate e-di-tanta u(er)tute/ |
che nulla inuidia a-l-altre ne-procede |
Anzi le-face andar seco uestute/ |
di gentileçça d-amor et di fede. |
[12]
La-uista sua fa o(n)ne cosa humile/ |
et-non-fa sol se pare(r) piacente |
ma-ciascuna per-lei riceue honore. |
[13]
Et e-nelli-acti sui tanto gentile/ |
che nisun la si-puo recare a-mente |
che non suspiri -n-dolcezza d-amore. |
[14] §Questo sonecto a tri parti ne-la prima dico tra che gente questa donna piu mirabile parea. ne-la seconda dico si-come era gratiosa la-sua conpagnia. Ne-la terça dico di-quelle cose che uir tuosamente operaua in-altrui. La se conda parte comincia quiui. quelle che uanno. la terça quiui et sua beltate.
[15] Questa ultima parte si divide in tre.
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