Beatrice
Edizione semi diplomatica 
 
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VNM  [c. 46v]

[c. 46vb] nella prima dico quello che-operaua
ne-le-donne cioe-per-loro medesime. ne
lla-seconda dico quello che operaua
i-lloro per-altrui. Ne-la-terça dico come non
solamente ne-le-donne ma in tutte
le-persone et-non solamente nel odisun
presentia ma-ricordandosi di-lei mira
bilemente operaua. La-seconda comin
cia quiui. La-uista. La-terça quiui. Et
e-nelli-acti.
[Capitolo 18]  [1] §Apresso cio cominciai a-pensare un-gior
no sopra quello che-detto auea de la mia
donna cioe in-questi due sonetti pre
cedenti. et-uegendo nel mio pensero
che io no auea detto di-quello che-al
presente tempo adoperaua in-me pare
ame defectiuamente aue(re) parlato.
[2] et-pero-propuosi di dire parole ne-le-qua
li io dicesse come mi parea e(sser)e dispo
sto a-la-sua operatione. et come operaua in
me la-sua u(er)rtute. Et non credendo po
te(re) cio narrare in-breuitate di-sonecto
comincai allora una canzone la-quale
comincia. Si-lungiamente.

[3]  SI-lungiamente m-a-tenuto amore/ |
et costumato a-la sua segnoria/ | che si
com-elli era forte in-pria. | cosi me-sta
soaue ora nel core. | [4]  pero quando mi-tolle
si-l ualore. | che-li spiriti pare che fugan
uia. | allora sente la flagile anima
mia/ | tanta dolceçça che -l uiso ne-s
more. | poi prende amore in-me tanta
uirtute. | che-li-miei suspiri sento gire
parlando/ | et-escon-fori chiamando | la
donna mia per darmi piu salute. | [5]  que
sto m-auene ouunque ella mi
uede. |
[lacuna] | [Capitolo 19]  [1] §Quomodo sedet sola ciuitas ple
na populo facta-est quasi uidua domi
na gentium. Io era ne-lo proponimen
to anchora di-questa canzone a-con
piuta n-auea questa sopra scripta
[c. 46vb] stantia quando lo-segnore de-la iustitia
chiamoe questa gentilissima a-gloria
re socto la-insegna di-quella regina
benedecta uirgo-maria lo-cui nome
fue in-grandissima reuerenza ne-le
parole di-questa beatrice beata. [2] Et
auegna che forse piacerebbe a presente
tractare alquanto de-la sua partita da
noi. non-e lo mio intendimento di-tra
ctare qui per-tre ragioni. La-prima e-che
cio no-e del presente proposito se uolemo
guarare nel proemio che-precede questo
libello. La seconda si-e che posto che-fosse
dal-presente proposito ancora non sarebbe
sufficiente la-mia lingua a-tractare
si come si conuene di-cio. La terça si-e che
posto che-fosse l-uno et l-altro non-e con
ueneuole a me tractare dio cio per-quello
che-tractando conuerrebe esse(re) me-lauda
tore di me medisimo. la-quale cosa e
al postutto blasmeuole a-chi lo-fa. et pero
lascio cotale tractato ad-altro chiosa
tore.
[3] §Tuctauia perche molto uolte lo-nume
ro del-noue a-preso luogo tra le-parole
dinanzi onde pare che-sia non sanza ra
gione et ne-la sua partita cotale numero
pare che auesse molto luogo. conuene
si qui di-dire alcuna cosa. percio che-pare
a-lo-proposito conuenrisi. Onde prima di
cero como ebbe-luogo ne-la sua partita
et-poi n-asegnero alcuna ragione perhe questo
numero fu a-llei tanto amico. [4] Io dico
che-secondo l-usanza d-arabia l-anima
sua nobilissima si partio ne-la prima
hora del-nono giorno del-mese. Et secon
do l-usanza di siria ella si partio nel-no
no mese da-l-anno. pero che lo-primo
mese e iui. thisirim primo. lo-quale
a noi e-octubre. Et secondo l-usanza no
stra ella se-partio in-quello anno de-la
nostra indictione cioe de-li anni domini




Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
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