VNM [c. 47r]
[c. 47ra] in-cui lo-perfecto numero noue uolte era compiuto in quello centinaio / nel-quale in-questo mondo ella fu e posta. et-ella fue de-li cristiani de-lo-terço decimo centinai.
[5] Perche questo nu mero fosse in-tanto amico di-lei que sta potrebbe esere una ragione. Con cio-sia cosa che-secondo tholomeo et secondo la-cristiana u(er)tade noue siano li-cieli che si-muouono. et-secondo co mune oppinione astrologa li-detti cieli adoperino qua giu secondo la lo(ro) habitudine insieme questo numero fue amico di-lei per-dare ad-entende(re) che ne-la sua generatione tutti et-noue li mobili cieli perfectissimamente s-a ueano insieme.
[6] questa e-una ragione di-cio. Ma-piu sottilmente pensando et-secondo la-infallibile ueritade questo numero fue ella medesima per silimtudine dico et-cio intendo cosi. Lo-numero del-tre e-la radice del-noue. pero che-senza numero altro alcuno per-se medesimo fa noue. si como uedemo manifesta mente che tre uia tre fanno noue. dunque se-lo-tre e-ffactore per-si medesi mo del noue. e-lo factore per-si medesimo de-li miracoli e-tre. cioe patre et Fillio et spiritu sancto. li-quali sono tre e-uno. questa donne fue acompagnata da-questo numero del nuoue a-dare ad-intende(re) ch-ella era uno noue cioe uno miracolo la cui radice cioe del miracolo (et)-solamente la birabile tri nitade.
[7] forse ancora per-piu sottile per sona si uedrebbe piu sottile ragione in-cio ma-questa e-quella che-piu mi piace et-che-io ne-uegio.
[8] Poi-che fue par tita da-questo secolo rimase tutta la sopra detta cittade quasi uedoua dis poglata da-ogne dignitade. onde io ancora-lagrimando in-questa desolata
[c. 47rb] cittade scripsi a-li-principi de-la terra alquanto de-la sua condictione pi gliando quello cominciamento de yeremia propheta. Quomodo sedet sola ciuitas. Et questo dico accio che altri no-se marauilgli perche io l-ab bia allegato di-sopra quasi come entrata de-la-nuoua materia che apresso uene.
[9] Et se alcuna uolesse me reprendere di cio che non scriuo qui le-parole che seguitano a-quelle allegate escuso mene pero-che lo-intendimento mio non fue dal-principio de-scriue(re) altro che per uolgare. Onde con-cio-sia co sa che-le parole che seguitano a quello che sono allegate siano tutte latine sarebbe fuori de-lo mio intendimento se le scriuissi.
[10] et simile intentione so-ch-ebbe questo mio primo amico a cui cio scriuo cioe che-io li scriuisse solamen te uolgare.
[Capitolo 20]
[1] §Poi che-li-miei occhi ebbero per-alquanto tempo lagrimato et tanto afaticati erano che non poteano disfogare la mia tristitia pensai di uoler disfogar la con alquante parole dolorose. et-pero propuosi di fare una cançone ne-la-qual piangendo ragionassi di lei per-cui tanto dolore era facto distrugitore de-l-anima mia et comincia alora. Li-occhi doleti.
[2] Et accio che-questa canzone pia re mane(re) piu uedoua da-po-lo-suo fine la-dividero primo ch-io la scriua et co tale modo terro da-qui innanzi.
[3] Io dico che-questa/ Catiuella canzone a tre parti. La-prima e-proemio. Ne la seconda ragione di-lei. Ne-la-terça parlo a le-canzono pietosamente. La seconda parte comincia quiui. Ita n-e Beatrice. La-terra quiui. Pietosa mia canzone.
[4] La-prima parte si-divide in-tre. Nella prima dico per che mi
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