Beatrice
Edizione semi diplomatica 
 
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VNM  [c. 37r]

[c. 37ra] donna [3] et-di-cio tocchai alcuna cosa
ne-l-ultima parte de-le-parole che-io-ne
dissi si-come appare manifestamente
a-chi lo-intende et-dissi allora questi due
sonecti li-quali comincia lo-primo
Piangete. e--l secondo. morte uillana.

[4]  PIangete amanti poi che piange amore. |
udendo quale cagione lui fa plorare. |
[5]  Amore sente a-pieta donne chiamare |
mostrando amoro duo^^l^ per-li-ochi fore. |
Per che uillana morte in-gentile core |
a-misso-l-suo crudele adoperare. |
Guastando cio ch-al-mondo e-da-laudare |
in-gentile donna sora de-l-onore. |
[6]  Audite quanto amore le-face horanza |
ch-io l-udi lamentare in for(ma) uera. |
soura la-morta ymagine auenente. |
E-riguardaua uer lo-ciel souente |
oue l-alma gentile gia locata era. |
che-donna fu di-si gaia semblanza. |
[7] §Questo sonecto primo si-divide in tre
parti. ne-la prima chiamo et solecito li
fedeli d-amore a-piange(re) et-dico che lo se
gnore loro piange et >dicho< che udendo
la-cagione perche piange accio che-s-acon
cino piu ad-ascoltarmi. Ne-la seconda
narro la-cagione ne-la-terça parlo d-alcu
no honore che amore fece a-questa donna.
La seconda parte >che^ amore fece< comincia
quiuie. Amore sente. la terça. quiui.
Audite.

[8]  MOrte uillana di-pieta nemica/ |
di-dolore matre antica |
iuditi^o^-incontrastabile grauoso. |
Poi ch-ai data materia al-core dogloso |
onde uado pensoso/° |
di-te blasmare la-lingua s-afattica. |
[9]  E s-i-de-gratia ti uoi fare mendica |
conuenesi ch-io dica |
lo-tuo-fallar d-onni torto tortoso. |
Non pero ch-a-la-gente sia nascoso |
ma per-farme crutioso/ |
chi-d-amore per-innanzi si-nutrica. |
[10]  [c. 37rb] Dal-secolo ai-partita cortesia/ |
et-cio-ch-e in donna da pregiar uertute/ |
in gaia giouentute/° |
distructa ai-l-amorosa legiadria. |
Piu-non-uoi descourire qual-donna sia/° |
che ^^per le^ propieta sue conosciute/ |
[11]  chi non merita salute |
non speri mai d-auer sua compagnia. |
[12] §Questo sonecto si-divide in-quatro
parti. ne-la prima parte chiamo la
morte per certi suoi nomi proprii. Nella
seconda parlando a-lei dico la cagio
ne perche io mi mouo a-blasmarla.
Nella terça la-uitupero. ne-la-quarta
mi uolgo a-parlare a-indifinitiua
persona. auengna che-quanto a-lo-mio
intendimento fu difinita. La-seconda
comincia quiui. poi ch-ai data. La ter
ça quiui. Et se di gratia. La-quarta
quiui. chi non merita.
[Capitolo 4]  [1] §Apresso la-morte di-questa-donna al
quanti die auenne cosa per la-quale
me conuenne partire de-la-sopradet
ta cittade et-ire uerso quello parti ou-e
ra la-gentile donna ch-era stata mia
difesa. auengna che non tanto lon
tano fosse lo termine del mio andare
quanto ella era. [2] et tucto che io-fosse a-la
compagnia di-molti quanto a la
uista l-andare mi-dispiacea si-che
quasi li-sospiri non poteano disfo
gare l-angoscia che-lo-cuore sentia. [lacuna]
[3] Et pero lo-dolcissimo segnore lo-quale
mi signoregiaua per-la-uirtu de-la-gen
tilissima donna ne-la-mia ymagina
tione apparue come peregrino legera
mente uestito et-di-uile drappi. [4] elli
mi-parea disbigottito et-guardaua
la-terra saluo che tal uolta li-suoi occhi
mi-parea che-si uolgessero ad-uno
fiume bello et corrente et-chiarissimo
lo-quale sen-gia lungo questo cami
no la-ou-io era. [5] a me parue che-amore




Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Scienza della Letteratura e dell'Arte Medievale e Moderna
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